Se si ingnorano le comunicazioni che arrivano tramite il canale Pec, queste potrebbero trasformarsi in un problema. Tuttavia, si risparmia qualche euro in caso di notifica di multe e cartelle esattoriali via Pec (posta elettronica certificata). Inoltre, si evita di dover fare la fila all’ufficio postale per ritirare raccomandate o atti giudiziari e non necessita di portiere o citofono.
Le amministrazioni competenti sono tenute a verificare in via prioritaria se esista un indirizzo Pec del proprietario dell’auto o del conducente se identificato. Per le multe stradali dall’anno scorso e per le cartelle dal 2017, la legge prevede l’invio in modalità elettronica.
Possono risultare inattivi e non confermati alcuni indirizzi assegnati negli anni passati agli iscritti dei più vari Ordini. Magari perché sono pensionati o svolgono attività diverse, alcuni tra gli iscritti agli albi professionali non la usano effettivamente per lavoro. Anche se, sono obbligati per legge ad avere la Pec imprese e professionisti. Gli indirizzi di quattro milioni e mezzo di imprese e quelli di un milione e mezzo di professionisti sono contenuti su Ini-Pec. Questo è un registro pubblico creato dal Ministero dello Sviluppo in collaborazione con le Camere di Commercio dove poter effettuare la ricerca.
Cosa succede se la notifica via Pec non va a buon fine
Vale una decina di euro il mancato risparmio delle spese a carico del destinatario in caso di notifica in base alle norme del C.d.S.. Questo può succedere perché l’indirizzo Pec non è corretto o la casella è piena o per altri motivi. La notifica via Pec si considera avvenuta quando il sistema genera la ricevuta di avvenuta consegna prevista dal decreto del Ministero degli Interni. Anche se può capitare che un cittadino non ricordi di avere un indirizzo nel registro o che ne risulti inserito uno non corretto.
Nel caso in cui la notifica via Pec di una cartella della riscossione non andasse a buon fine, gli atti saranno notificati sul sito InfoCamere. Tramite un’apposita password, ottenibile sul sito stesso, l’interessato potrà accedere alla sua area riservata dove gli atti notificati resteranno per 15 giorni. Una raccomandata senza avviso di ricevimento avvertirà l’interessato solo nel caso in cui la casella Pec risulti valida ma piena al secondo tentativo di invio.
Non sarà possibile dire che non sono state ricevute le multe o le cartelle se l’Amministrazione avrà la conferma della notifica. Conviene impostare la Pec in modo tale da ricevere un avviso, su email ordinaria o telefono, quando viene recapitato un messaggio e mantenerla sempre valida. Si può verificare senza particolari formalità sul sito Ini-Pec se esiste un indirizzo associato al proprio codice fiscale. È opportuno adottare alcuni accorgimenti per evitare la situazione in cui si abbia ricevuto una notifica e non lo si sappia.
Fonte: Il Messaggero
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