MULTE: Come annullarle con le immagini di Google

Multe. I giudici ritengono valida la prova fotografica quando dimostra che il segnale di divieto non era visibile all’automobilista: così il verbale decade.

Quante volte è capitato di non vedere un segnale stradale mentre si è alla guida e così si è incappati in una contravvenzione? Le strade italiane sono piene di segnaletica cui bisogna prestare sempre massima attenzione: autovelox, semafori o cartelli di divieti di sosta o limiti di velocità. Ovviamente, non si può dire al giudice di non essersi accorto del segnale. Ma se i nostri occhi sono inaffidabili, quelli elettronici invece vengono ritenuti più credibili dai giudici.

Di seguito vedremo come annullare una multa stradale con le immagini di Google. Infatti, una recente sentenza del giudice di Pace di Brindisi, sentenza n. 1214/20 del 07.10.2020, ha accolto il ricorso di un automobilista annullando il verbale.

Google

Google, oltre ad essere un motore di ricerca, ha anche un atlante alimentato da immagini di tutto il mondo. Sicuramente conoscerete la funzione Street View, che aiuta ad orientarsi in un viaggio indicando i percorsi.

La raccolta delle immagini è di due tipi:

  1. Google Maps che riproduce la cartina geografica di una determinata zona attraverso foto terrestri;
  2. Google Earth alimentato da immagini satellitari ed aree, che offre la visione dall’alto di un territorio.

In entrambi i casi, le foto sono quasi sempre di ottima qualità e la risoluzione è molto dettagliata. I particolari possono essere visualizzati con chiarezza ed ingranditi con la funzione “zoom” in modo da evidenziare i diversi dettagli. La visione può essere sia bidimensionale in formato cartina, sia tridimensionale ed essa mostra la zona o la strada di interesse nel suo aspetto reale.

La data delle immagini di Google varia a seconda delle zone e non c’è una frequenza di aggiornamento prestabilita.

Le immagini di Google nei processi

Da tempo, le immagini di Google vengono usate per rilevare reati ed altre forme di illeciti, come gli abusi edilizi. Le immagini di Google costituiscono un documento, in quanto rappresentano un fatto storico, costituito dall’illustrazione dello stato di un luogo in un determinato momento.

L’uso delle immagini fotografiche, comprese quelle estratte da Google, è consentito dalla legge anche nei processi penali: art. 234 Codice di Procedura Penale. La giurisprudenza infatti ne ammette l’uso, Cassazione sentenza n. 37611/20 del 29.12.2020, e le ritiene una valida prova documentale degli abusi edilizi commessi.

Nel caso accennato all’inizio del presente articolo, un automobilista era stato sanzionato dalla Polizia Locale per divieto di sosta (aveva occupato un parcheggio per disabili). L’uomo ha impugnato il verbale ed ha motivato il ricorso con la “mancanza di adeguata segnaletica”. A suo dire, non c’era alcun cartello visibile e non era apposta neanche la prescritta segnaletica orizzontale nella piazzola riservata.

Il Comune, per provare che il segnale era regolarmente apposto, ha prodotto una “foto estratta da Google” scattata qualche mese prima della data dell’infrazione. Il ricorrente, invece, ha prodotto foto più recenti “dalle quali si evince chiaramente che il segnale in alto è praticamente nascosto dal fogliame”.

Il Giudice ha rilevato che “da detto fotogramma è agevole verificare l’assoluta non visibilità del segnale, collocato in alto e tra una parete di fogliame”. Inoltre, ha anche rilevato “l’inesistenza di qualsivoglia segnaletica verticale, attestante il divieto di sosta per spazio riservato ai disabili”.

Risultato: opposizione accolta ai sensi dell’art. 7 comma 10 D.Lgs. n. 150/2011 “non essendovi prove sufficienti della responsabilità del trasgressore”. Il verbale di contestazione è stato così annullato e dichiarato privo di effetti, con condanna del Comune alla refusione delle spese di lite.

Fonte: LA LEGGE PER TUTTI

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