Milano. Le carte dell’inchiesta: favori per i trasferimenti e scambi di informazioni riservate. La telefonata dopo il concorso: “I ragazzi dei vigili sono passati tutti, valli a prendere uno a uno. Sono tutte tessere già pronte”.
Quando si chiede un favore, in certi ambienti, bisogna lusingare l’interlocutore. “Guarda, io piuttosto che fare delle preghiere a San Mauro Cobelli…”, dice un dipendente del Comune di Milano, che raccomanda il figlio di un collega. Infatti, in quel caso Cobelli, ex plenipotenziario della Cisl nella Polizia Locale, fa subito iscrivere padre e figlio al suo sindacato affinché portino voti. E si capisce bene quale sia l’impegno in quei mesi di autunno 2018, nei quali la Cisl organizza proprio un corso di preparazione alle prove. Dopo che i candidati superano la prova, un collega di Cobelli arringa: “I ragazzi dei vigili sono passati tutti, valli a prendere uno a uno. Sono tutte tessere già pronte. Sono stati promossi solo perché hanno fatto il nostro corso”. Lui risponde: “Devo andare a recuperarli” prima che “ce li sfilino nelle varie zone”. Chiusura del dialogo: “Cioè fai la tessera con noi, hai ottenuto un posto di lavoro”.
La rete di scambi
Nell’indagine “Ghisa scura” emerge una vasta rete di malaffare che intorno a quel sindacalista ha coinvolto la Polizia Locale a vari livelli:
- “Illecita definizione di contestazioni amministrative”;
- “Ingerenze nelle procedure per trasferimenti e selezione del personale”;
- Divulgazione di informazioni riservate dalle banche dati delle forze dell’ordine e del Comune.
Il tutto intorno a un agente/sindacalista che, per tenere attivo il suo sistema di potere, vantava “interlocuzioni privilegiate con figure apicali dell’apparato comunale”.
Antonio Barbato, ex comandante, fu costretto a dimettersi nel 2017 per un’intercettazione in cui un altro sindacalista gli proponeva di far pedinare proprio Cobelli.
In seguito, l’uomo della Cisl ironizza su questa vicenda. A un collega che gli dice: “Oggi mi sono sbarbato”, lui risponde ridendo: “Mi sa che vuoi fare la stessa fine anche tu”.
Tutto parte dalle multe. Cobelli era in grado di annullarle per uomini delle forze dell’ordine, per colleghi vigili di Milano, per colleghi di altre polizie locali, ecc. Questo grazie a un dirigente dell’area riscossioni che “ha avallato la trattazione delle pratiche confezionate ad hoc affinché avessero un esito favorevole per i trasgressori”.
L’indagine arriva a tre arresti a luglio 2019, un altro a giugno 2020 e infine la recente chiusura dell’inchiesta a carico di dieci dipendenti comunali. Nelle informative dei carabinieri depositate dalla Procura emerge però oggi anche un altro versante di malaffare.
A marzo 2018 Cobelli fornisce a un conoscente una serie di informazioni utili a una causa di separazione: su un volo, un telefono e un’auto. Gli investigatori scrivono che “Il sistema Cobelli si basa su un continuo e reciproco scambio di favori che alimenta la capacità di ingerenza del sindacalista”.
Una “macchina” che arriva fino al ricorso ad “espedienti illegali”, “per influenzare in modo significativo le procedure relative alla selezione e ai trasferimenti” degli agenti.
Fonte: CORRIERE DELLA SERA
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