COVID: Controlli rafforzati e multe per evitare gli assembramenti

Covid. Una circolare firmata dal capo di Gabinetto introduce “una disciplina più rigorosa per contenere nella massima misura la diffusione del virus”. Stringente la sorveglianza nel periodo pasquale con controlli mirati lungo le strade extraurbane, aeroporti e ferrovie. Di seguito le regole sugli spostamenti e quando serve l’autocertificazione.

Controlli più mirati nei giorni prima di Pasqua concentrati nelle aree urbane a maggior rischio, lungo le strade extraurbane, le stazioni ferroviarie e gli aeroporti. Questo è quanto chiede il Ministero dell’Interno nella circolare inviata ai Prefetti. Il documento firmato dal capo di Gabinetto del Viminale Bruno Frattasi introduce una disciplina più rigorosa per contenere la diffusione del virus.

Nel documento si legge quanto segue. “Si raccomanda, pertanto, controlli accurati nelle aree urbane più sensibili e potenzialmente interessate da fenomeni di assembramento, specialmente in corrispondenza delle giornate festive e prefestive”. Le disposizioni verranno applicate con rigore anche nel periodo pasquale, con controlli mirati “lungo le strade di scorrimento extra-urbano”.

L’autocertificazione

Soltanto martedì, in un giorno, le forze di polizia in Italia hanno effettuato 112mila controlli anti Covid, con 1.444 sanzioni. Secondo i dati forniti dal Viminale, sono state fatte verifiche su 97.648 persone, 1.386 sono state sanzionate e otto denunciate. Sono 14.960 gli esercizi commerciali controllati, 58 sono i titolari sanzionati e 20 le chiusure. È iniziato lunedì 15 marzo il periodo di maggiori restrizioni, almeno in molte regioni, con l’entrata in vigore del nuovo decreto legge Draghi. L’Italia è “chiusa” per pandemia fino al 6 aprile. L’autocertificazione serve sempre quando ci si sposta tra le 22 e le 5, perché rimane in vigore il coprifuoco: in questa fascia oraria. Infatti, gli spostamenti sono consentiti solo se motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. La chiusura notturna dalle 22 alle 5 è in vigore in tutta Italia, tranne che in Sardegna: questa, infatti, al momento è l’unica regione bianca.

Nelle regioni in zona arancione, gli spostamenti all’interno del proprio Comune sono consentiti tra le 5 e le 22 e l’autocertificazione non serve. È necessaria, invece, se ci si sposta in un Comune diverso dal proprio: in questo caso bisogna portare con sé il documento.

Gli spostamenti tra regioni

Gli ultimi provvedimenti del governo continuano a vietare gli spostamenti tra regioni, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Inoltre, è sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, compreso il rientro nelle seconde case ubicate dentro e fuori regione. In tutti questi casi, comunque, serve l’autocertificazione. Il 4-5-6 aprile, per Pasqua, tutta Italia diventerà zona rossa. Sarà concesso, però, fare visita una volta al giorno, dalle 5 alle 22, a una casa dentro la regione in massimo due persone. Negli altri giorni le visite sono vietate in zona rossa, concesse ma dentro il Comune in zona arancione.

Le multe

Come abbiamo imparato in questi mesi, l’autocertificazione serve per giustificare uno spostamento per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Il modulo di autocertificazione può essere consegnato alle forze dell’ordine già compilato oppure si può compilare sul posto, al momento del controllo. Chi non ce l’ha può chiederlo agli agenti. Se non si rispettano le misure di contenimento si rischiano sanzioni amministrative che implicano il pagamento di una multa da 400 a mille euro.

Discorso diverso, invece, se si dichiara il falso nell’autocertificazione. Palazzo Chigi spiega che “La veridicità delle autocertificazioni sarà oggetto di controlli successivi e la falsità di quanto dichiarato costituisce reato“. Se si dichiara il falso si rischia la denuncia per il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 495 del codice penale. Si tratta di un reato punito con la reclusione da uno a sei anni.

Fonte: PALERMO TODAY

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